In Belgio arriva il congedo in caso di aborto spontaneo (anche per il partner)
Il governo federale belga ha introdotto una nuova misura che concede due giorni di congedo ai dipendenti pubblici in caso di aborto spontaneo. L’annuncio è stato fatto dalla ministra del Servizio Civile, Petra De Sutter, che ha sottolineato l’importanza di riconoscere il forte impatto fisico ed emotivo di una perdita di gravidanza. Questo congedo, unico...
Il governo federale belga ha introdotto una nuova misura che concede due giorni di congedo ai dipendenti pubblici in caso di aborto spontaneo. L’annuncio è stato fatto dalla ministra del Servizio Civile, Petra De Sutter, che ha sottolineato l’importanza di riconoscere il forte impatto fisico ed emotivo di una perdita di gravidanza. Questo congedo, unico nel suo genere in Europa, è disponibile sia per la donna che subisce l’aborto sia per il suo partner.
La decisione, approvata il 3 maggio 2024, mira a offrire supporto durante un periodo delicato della vita delle coppie. De Sutter, con esperienza in ginecologia, ha spiegato che questa iniziativa non solo riconosce il dolore e il trauma legati alla perdita di una gravidanza, ma cerca anche di rompere il tabù che spesso circonda l’aborto spontaneo. Questa misura contribuirà a rendere più aperto il dialogo su un tema ancora spesso evitato.
Secondo la ministra, fino al 25% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo. Tuttavia molte persone tendono a elaborare la perdita in solitudine, spesso per timore del giudizio sociale. La nuova normativa offre ai dipendenti pubblici un riconoscimento formale del dolore che affrontano, concedendo loro il tempo necessario per elaborare il lutto senza dover fare affidamento esclusivamente sul congedo per malattia.
Tante ancora le lacune
Nonostante la misura rappresenti un passo avanti significativo, ci sono stati anche alcuni critici. Alcuni hanno sottolineato che il congedo di due giorni è simbolico e non sufficiente per affrontare pienamente il trauma. Altri hanno espresso preoccupazioni sul fatto che la misura sia limitata ai dipendenti pubblici federali, escludendo quindi molti lavoratori nel settore privato.
Inoltre c’è chi ha sollevato la questione dell’estensione del congedo di maternità a coloro che subiscono un aborto spontaneo prima dei 180 giorni di gravidanza, attualmente non previsto. Un altro punto critico riguarda la possibilità di dare un nome al bambino deceduto, possibile solo se l’aborto avviene dopo 140 giorni di gravidanza.
Questa limitazione ha suscitato ulteriori riflessioni sul bisogno di un riconoscimento più ampio del dolore legato alla perdita, indipendentemente dalla durata della gravidanza. Ciò non toglie, però, che la decisione del Belgio sia innovativa e lontana anni luce dalla situazione europea e, peggio ancora, italiana che – purtroppo – resta ancora ancorata al passato e non accenna a smuoversi.
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