Assistenti virtuali? Il futuro è di Google Gemini: ecco perché
Google Gemini si prepara a dare battaglia agli altri assistenti virtuali sul mercato, con enormi possibilità di sbaragliare la concorrenza.
Se il lancio di ChatGPT ha colto alla sprovvista Google, il colosso di Mountain View sembra aver recuperato il gap creato dal chatbot di OpenAI.
Secondo quanto sostenuto dal CEO della compagnia Sundar Pichai in occasione di un’intervista al Wall Street Journal, Gemini avrebbe già superato in capacità ChatGPT. La compagnia sembra avere le idee chiare per il futuro, focalizzando i suoi sforzi nel contesto degli assistenti virtuali.
Lo stesso CEO ha voluto sottolineare come, in questo contesto, Gemini è attualmente lo strumento più avanzato al mondo. Nonostante ciò, la contesa non è che agli inizi: il già citato ChatGPT, così come Amazon Alexa e Siri di Apple, sembrano pronti a contendersi lo scettro a suon di funzioni e innovazioni.
Gemini non è eccezionale rispetto alla concorrenza, ma ha un vantaggio potenzialmente decisivo: ha a disposizione più informazioni e più utenti di qualunque altra piattaforma. Il modello AI proposto da Google è già sugli smartphone di miliardi di persone in tutto il mondo, costituendo un vantaggio che alla lunga sarà quasi di certo determinante.
Gemini ha un vantaggio strategico schiacciante rispetto agli altri assistenti virtuali
OpenAI si sta affannando a rincorrere diversi progetti, spaziando da un browser Web fino al misterioso progetto di Jony Ive. Per Google, non servono particolari escamotage per ampliare la propria utenza e i dati che ha a disposizione.
Gemini può già modificare le impostazioni dei telefoni e, con nuovi aggiornamenti, può interagire con svariate app, prendendo informazioni dalle e-mail e inserendole in una bozza, solo per citare un esempio. Si tratta di un comportamento considerato borderline in alcuni casi, con tanto di grane legali legate all’aspetto della privacy per la compagnia. Di fatto, giocando sul filo di rasoio, Google mantiene comunque un enorme vantaggio sugli altri nomi del settore.
Come sottolineato da Pichai, la profonda integrazione di Gemini sta migliorando Android. Il CEO ha dunque lasciato intendere come il sistema operativo è ormai diventato tutt’uno con il modello AI, con potenzialità pressoché infinite di sviluppo.
Anche se tutto ciò non obbliga per forza Alexa e Siri a semplici comparse, appare comunque difficile prevedere come il settore degli assistenti virtuali non sarà trainato da Gemini nei prossimi anni.
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