Companion, la recensione del thriller sci-fi con Jack Quaid
Per certi aspetti, questo Companion rappresenta l’emblema dell’occasione sprecata. A seconda di come la si guardi, c’è la parte piena del bicchiere che porta a definirlo come un buon film nonostante i difetti. Libera scelta in libero mondo, in fin dei conti. Dopo Barbarian, film che ha catalizzato l’attenzione in maniera manichea, Drew Hancock torna […] L'articolo Companion, la recensione del thriller sci-fi con Jack Quaid proviene da LaScimmiaPensa.com.
Per certi aspetti, questo Companion rappresenta l’emblema dell’occasione sprecata. A seconda di come la si guardi, c’è la parte piena del bicchiere che porta a definirlo come un buon film nonostante i difetti. Libera scelta in libero mondo, in fin dei conti. Dopo Barbarian, film che ha catalizzato l’attenzione in maniera manichea, Drew Hancock torna a dirigere un film dalle molteplici sfumature, soprattutto sociali nel suo sottotesto neanche troppo velato, oscillando tra thriller e sci-fi (e perché no, anche revenge story). A dominare la scena, una coppia bravissima e bellissima come Sophie Tatcher e Jack Quaid, ben indirizzati sulla rampa di lancio verso le stelle.
Companion, la Trama
Difficile raccontare la storia di Companion senza incappare in fastidiosi spoiler. Anche perché il primo colpo di scena, si palesa dopo qualche minuto (e non parliamo di quello già enunciato nel trailer). Riducendo all’osso, Iris e Josh sono una coppia in vacanza con gli amici di lui. La morte del proprietario della magione, sconvolgerà gli equilibri dei presenti, soprattutto quello di Iris, che dovrà affrontare sfide non solo di sopravvivenza, ma soprattutto esistenziali.
Companion, la Recensione
Si perdoni qualche indizio che potrebbe lasciar dubbiosi sul film sin da subito. Non veri e proprio spoiler, che eviteremo accuratamente ma è inevitabile incappare in informazioni non richieste che vadano oltre il semplice “è bello“, “è brutto“. Anche perché Companion è un film difficile da inquadrare, come detto nell’incipit di questo articolo. Sicuramente il suo lato socio-politico porterà inevitabilmente a creare uno spaccato tra il pubblico, grazie (o a causa) del suo essere intrinsecamente femminista, terminologia che oggi come non mai spaventa parecchio.
Come in un lungo episodio di Black Mirror, Companion è un film che manca di guizzi registici, se non verso un finale inaspettatamente crudo e violento, che vede in Jack Quaid perfetto interprete. Con il suo viso pulito, da persona che non farebbe male neanche ad una mosca (come accade sovente in The Boys, più o meno), le sue azioni deprecabili, unitamente ai suoi discorsi altrettanto rivedibili, ampliano il senso di disgusto che il film vuole restituire allo spettatore.
Azioni e comportamenti dunque racchiuse in un uomo, Josh, che rappresenta l’emblema puro di un povero sfigato abbandonato da qualsiasi cosa vivente e non, e che deve arrangiarsi come può per ottenere ascolto e affetto. Insomma, umanamente spiace vedere persone così ma poi viene da chiedersi il perché, e soprattutto cosa fa lui per reagire a questa “ingiustizia sociale”. Subentra quindi una tematica che Alex Garland aveva a suo modo approfondito con Ex Machina, dando il là ad una serie infinita di citazioni che di fatto sorreggono l’intero film.
Si passa da Westworld fino ad omaggi apertamente dichiarati a Terminator. Film dove androidi e intelligenze artificiali di fatto comandano e dominano in mondo, con riflessioni anche attuali. Ma la distopia non è il fulcro di questo Companion, che non gode di una sceneggiatura brillante come quelle dei prodotti audiovisivi appena menzionati, tantomeno di un altrettanto buona regia. Sono infatti troppe le diluizioni presenti nel film che ricordiamo durare poco più di novanta minuti. Tanto basta per capire che scrittura e regia non sembrano essere molto coordinate tra loro, soprattutto se si assiste ad una scena pressoché inutile per ben due volte.
Eppure nonostante questi difetti chiari ed evidenti che farebbero storcere più volte il naso e lasciar dunque la sala parecchio insoddisfatti, c’è la tematica sociale che permette al film di restare vivo fino alla fine. Sebbene viva anch’essa di momenti, ora seri, ora meno, Companion rilegge a suo modo la distopia delle macchine che si ribellano all’uomo, raccontando il loro punto di vista. Oggetti sfruttati per compiacersi, umanizzati quanto più possibile e lasciati vivere a immagine e somiglianza dell’uomo medio e mediocre, sfruttato dal mondo e che si sfoga su chi (o cosa) gli permette di avere potere.
In questo contesto, Companion parla quindi del ruolo della donna in una microsocietà, fatta di ancelle e padroni, di chi vuole sottostare alle regole e chi invece, riesce in qualche modo a liberarsi dallo sfruttamento. Un po’ come Una Donna Promettente, la via di fuga per Iris e per l’appunto una vendetta mascherata, una carneficina funzionale a chiudere un cerchio che si esaurisce con un controcampo finale, fatto di sguardi e di consapevolezze, quella che lei non ha mai potuto avere.
Resterà dunque all’occhio finale dello spettatore un giudizio complessivo su quel bicchiere. Mezzo pieno o mezzo vuoto che sia, almeno per chi scrive, Companion è un film che comunque vada regala quell’intrattenimento splatter ben recitato al quale è impossibile resistere. Nonostante gli evidenti problemi di scrittura e regia, il film si lascia guardare, risollevandosi un po’ nel finale sanguinolento e liberatorio, grazie soprattutto all’unica nota positiva che balza subito all’occhio, ossia il cast. Nota a margine: fosse uscito direttamente su piattaforma, sarebbe diventato il più classico film cult, anche e soprattutto per come è impostato.
Cast
- Iris: Sophie Tatcher
- Josh: Jack Quaid
- Kat: Megan Suri
- Lukas Cage: Patrick
- Sergey: Rupert Friend
- Eli: Harvey Guillen
Trailer
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