Università: 22 al primo esame, accettare o non accettare?

Il primo voto all'università è come il primo bacio: non si scorda mai. Ma cosa succede quando non corrisponde alle aspettative personali o, peggio, a quelle degli altri?  Questo è il dilemma vissuto da una giovane studentessa di Medicina che ha raccontato la sua esperienza su Reddit. Dopo aver ottenuto un 22 al primo parziale di Anatomia, si è trovata a fare i conti con una serie di dubbi: accettare il risultato o tentare di migliorarlo?  Da una parte c'è la soddisfazione di aver superato un esame difficile, nonostante il poco tempo per prepararsi e le difficoltà personali; dall'altra, il peso delle aspettative familiari e il desiderio di puntare più in alto. Tanti i temi toccati dalla studentessa, e altrettante le domande che ne scaturiscono: quanto conta davvero un voto? Meglio riprovare o andare avanti? E come trovare un equilibrio tra le proprie ambizioni, le pressioni esterne e le esigenze di studio? Indice Il post: “Ho preso 22 al mio prima esame e non so se accettare” “Ho visto i miei genitori abbastanza delusi” La doppia faccia della medaglia: “Da una parte sono soddisfatta, dall’altra sento di poter fare di più” I commenti: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato” Il post: “Ho preso 22 al mio prima esame e non so se accettare” Il post della studentessa va dritto al punto: “Oggi ho preso 22 al mio primo esame, un parziale di anatomia. Ammetto di aver iniziato tardi a studiare (verso fine dicembre, per problemi famigliari e personali), quindi non so né se accettare né se questo mio dubbio sia lecito”.  Continua a spiegare l’universitaria: “Io sono dell'idea che ogni voto sia valido, e che nel mondo del lavoro siano più importanti le proprie competenze piuttosto che dei numeri stampati su un foglio di carta”. “Ho visto i miei genitori abbastanza delusi” Nonostante questo, però, i dubbi sono arrivati soprattutto per un motivo in particolare: “Ho visto i miei genitori abbastanza delusi (entrambi dottori laureati con lode - addirittura mia mamma, ancor prima dell'esame, mi aveva detto che secondo lei il 27 fosse un voto medio-buono, mentre il 26 piuttosto bassino come esito)”. La doppia faccia della medaglia: “Da una parte sono soddisfatta, dall’altra sento di poter fare di più” La studentessa è perciò divisa: “Da una parte sono soddisfatta perché mi sono tolta un peso - contro ogni aspettativa, contando il poco tempo e il fatto che provenga da un professionale, e quindi poco avvezza a una tale mole di studio - e posso interamente dedicarmi anche agli altri esami (questa volta puntando più in alto). Dall'altra sento di poter fare di più (o forse lo dico perché, pur credendo di non essere labile, i miei genitori influenzano comunque il mio modo di vivere le valutazioni e l'università in generale), ma non so quanto valga la pena rifare una prova del genere, il cui appello sarebbe tra l'altro a ridosso di chimica e il cui risultato si sommerebbe a quello del parziale di giugno”. Conclude: “Non lo so, voi cosa fareste? Sento di dover accettare, ma sento anche di poter davvero fare meglio di così”. I commenti: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato” Gli utenti sono praticamente tutti d’accordo: la strada giusta da percorrere è senza dubbio quella di accettare senza dare troppa importanza, per quanto possibile, alle pressioni esterne. “Non conta veramente”, scrive qualcuno, “è meglio che ti tieni stretto il tempo che useresti per rifarlo, che quello non te lo ridà nessuno”. A rafforzare il concetto arrivano anche le testimonianze: “Ho preso 16 al primo esame di ingegneria informatica.. ma mi sono laureato con 110 e lode. È normale vai serena”. Un altro esempio: “Pensa che io presi 21 al parziale di chimica: mi sono comunque laureata con 110L e sto lavorando alla grande”. Continua l’utente: “Vai dritta per la tua strada, i primi anni è molto più importante essere in pari con gli esami che prendere tutti 30”. Una teoria, questa, esemplificata dal classico detto proposto da un altro redditor: “Con 30 18 ti laurei, con 18 30 no”. E c’è chi porta all’estremo il discorso, senza far mancare un pizzico di ironia: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato”.  O ancora: “Si rifiuta solo sotto il 17”.

Gen 23, 2025 - 16:14
 0
Università: 22 al primo esame, accettare o non accettare?

Accettare o no un 22 al primo esame universitario?

Il primo voto all'università è come il primo bacio: non si scorda mai. Ma cosa succede quando non corrisponde alle aspettative personali o, peggio, a quelle degli altri? 

Questo è il dilemma vissuto da una giovane studentessa di Medicina che ha raccontato la sua esperienza su Reddit.

Dopo aver ottenuto un 22 al primo parziale di Anatomia, si è trovata a fare i conti con una serie di dubbi: accettare il risultato o tentare di migliorarlo? 

Da una parte c'è la soddisfazione di aver superato un esame difficile, nonostante il poco tempo per prepararsi e le difficoltà personali; dall'altra, il peso delle aspettative familiari e il desiderio di puntare più in alto.

Tanti i temi toccati dalla studentessa, e altrettante le domande che ne scaturiscono: quanto conta davvero un voto? Meglio riprovare o andare avanti? E come trovare un equilibrio tra le proprie ambizioni, le pressioni esterne e le esigenze di studio?

Indice

  1. Il post: “Ho preso 22 al mio prima esame e non so se accettare”
  2. “Ho visto i miei genitori abbastanza delusi”
  3. La doppia faccia della medaglia: “Da una parte sono soddisfatta, dall’altra sento di poter fare di più”
  4. I commenti: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato”

Il post: “Ho preso 22 al mio prima esame e non so se accettare”

Il post della studentessa va dritto al punto: “Oggi ho preso 22 al mio primo esame, un parziale di anatomia. Ammetto di aver iniziato tardi a studiare (verso fine dicembre, per problemi famigliari e personali), quindi non so né se accettare né se questo mio dubbio sia lecito”. 

Continua a spiegare l’universitaria: “Io sono dell'idea che ogni voto sia valido, e che nel mondo del lavoro siano più importanti le proprie competenze piuttosto che dei numeri stampati su un foglio di carta”.

“Ho visto i miei genitori abbastanza delusi”

Nonostante questo, però, i dubbi sono arrivati soprattutto per un motivo in particolare: “Ho visto i miei genitori abbastanza delusi (entrambi dottori laureati con lode - addirittura mia mamma, ancor prima dell'esame, mi aveva detto che secondo lei il 27 fosse un voto medio-buono, mentre il 26 piuttosto bassino come esito)”.

La doppia faccia della medaglia: “Da una parte sono soddisfatta, dall’altra sento di poter fare di più”

La studentessa è perciò divisa: “Da una parte sono soddisfatta perché mi sono tolta un peso - contro ogni aspettativa, contando il poco tempo e il fatto che provenga da un professionale, e quindi poco avvezza a una tale mole di studio - e posso interamente dedicarmi anche agli altri esami (questa volta puntando più in alto). Dall'altra sento di poter fare di più (o forse lo dico perché, pur credendo di non essere labile, i miei genitori influenzano comunque il mio modo di vivere le valutazioni e l'università in generale), ma non so quanto valga la pena rifare una prova del genere, il cui appello sarebbe tra l'altro a ridosso di chimica e il cui risultato si sommerebbe a quello del parziale di giugno”.

Conclude: “Non lo so, voi cosa fareste? Sento di dover accettare, ma sento anche di poter davvero fare meglio di così”.

I commenti: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato”

Gli utenti sono praticamente tutti d’accordo: la strada giusta da percorrere è senza dubbio quella di accettare senza dare troppa importanza, per quanto possibile, alle pressioni esterne.

“Non conta veramente”, scrive qualcuno, “è meglio che ti tieni stretto il tempo che useresti per rifarlo, che quello non te lo ridà nessuno”.

A rafforzare il concetto arrivano anche le testimonianze: “Ho preso 16 al primo esame di ingegneria informatica.. ma mi sono laureato con 110 e lode. È normale vai serena”.

Un altro esempio: “Pensa che io presi 21 al parziale di chimica: mi sono comunque laureata con 110L e sto lavorando alla grande”. Continua l’utente: “Vai dritta per la tua strada, i primi anni è molto più importante essere in pari con gli esami che prendere tutti 30”.

Una teoria, questa, esemplificata dal classico detto proposto da un altro redditor: “Con 30 18 ti laurei, con 18 30 no”.

E c’è chi porta all’estremo il discorso, senza far mancare un pizzico di ironia: “Esistono solo due voti: promosso e bocciato”

O ancora: “Si rifiuta solo sotto il 17”.

Qual è la tua reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow