Cos’è questa storia dell’inquinamento luminoso che minaccia uno dei posti più bui al mondo (e il telescopio più grande che esista)
Il Cerro Paranal è un monte alto più di 2500 metri della Cordigliera della Costa nel deserto di Atacama, in Cile. Quassù, nel buio più assoluto, c’è un bellissimo Osservatorio, che comprende il Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio europeo australe (ESO, dall’inglese European Southern Observatory), il più grande al mondo. Tutto bello, fin quando non sarebbe giunta...
Il Cerro Paranal è un monte alto più di 2500 metri della Cordigliera della Costa nel deserto di Atacama, in Cile. Quassù, nel buio più assoluto, c’è un bellissimo Osservatorio, che comprende il Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio europeo australe (ESO, dall’inglese European Southern Observatory), il più grande al mondo.
Tutto bello, fin quando non sarebbe giunta la notizia secondo cui proprio lì potrebbe presto essere approvato un progetto di energia rinnovabile. Bene, ma non benissimo, perché potrebbe intaccare quel buio fitto di vitale importanza per l’Osservatorio.
Esattamente da queste parti, infatti, la società energetica statunitense AES Energy vuole costruire un grande complesso per la produzione di idrogeno rinnovabile a pochi chilometri dalla cima del Monte Paranal. Il che comporterebbe, secondo gli astronomi, il fatto che il luogo di osservazione del cielo più prezioso al mondo possa essere rovinato, appunto, da un forte inquinamento luminoso.
Di fatto, il Monte Paranal è uno degli ultimi punti sulla Terra liberi dall’inquinamento luminoso urbano e industriale. Grazie alla geografia unica della catena montuosa delle Ande, il cielo notturno costellato di stelle sopra la vetta è perfettamente limpido per più di 11 mesi all’anno, fornendo le condizioni perfette per la ricerca astronomica più impegnativa.
Il VLT è uno degli strumenti di osservazione del cielo più sensibili che esista, in grado di osservare gli oggetti più intriganti dell’universo. L’osservatorio ad alta precisione è costituito da quattro telescopi larghi 8,2 metri che agiscono come uno solo, e ha fatto luce su alcuni dei fenomeni più misteriosi conosciuti dall’umanità.
Ma il potenziale di osservazione di questa centrale astronomica sarà significativamente ridotto se il progetto dell’idrogeno, il cosiddetto INNA, riceverà il via libera, spiega Xavier Barcons, Direttore Generale dell’ESO.
Finora, il VLT ha permesso agli astronomi di tracciare orbite di stelle nelle immediate vicinanze del buco nero al centro della Via Lattea, di scattare la prima immagine in assoluto di un pianeta al di fuori del sistema solare e di scoprire l’elusiva rete cosmica che si estende in tutto il cosmo.
È il luogo più buio in cui abbiamo mai installato un osservatorio al mondo, con un ampio margine, dicono ancora gli astronomi, e l’inquinamento luminoso previsto dal progetto INNA potrebbe annullare tutti i progressi fatti, facendo perdere la capacità di osservare circa il 30% delle galassie più deboli.
Il progetto INNA, un parco industriale di 3.021 ettari del valore di 10 miliardi di dollari, dovrebbe essere composto da tre parchi solari, tre parchi eolici, un sistema di stoccaggio dell’energia a batteria e impianti per la produzione di idrogeno.
L’ESO stima che il complesso perderà tanto inquinamento luminoso quanto una città con una popolazione di circa 20mila abitanti e parti del parco industriale potrebbero estendersi fino a 5 chilometri fino ai telescopi dell’ESO, e qualsiasi possibile ulteriore espansione peggiorerebbe ulteriormente gli impatti sul cielo notturno del Paranal.
Siamo al punto di iniziare a vedere i dettagli delle atmosfere degli esopianeti, ma se il cielo diventa più luminoso, potremmo non essere più in grado di vedere quei dettagli, conclude Barcons.
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