Addio al ghiaccio: ti racconto perché l’Artico sta fondendo sotto i nostri occhi

Immaginate un gigante addormentato che si risveglia di soprassalto, con il respiro affannoso e la febbre alta. Questa è l’immagine dell’Artico oggi, un ecosistema millenario in agonia che, dalla Siberia all’Alaska, fino al Canada, minaccia di trasformarsi in un incubo climatico per tutto il Pianeta, alimentando la spirale del riscaldamento globale. A rivelarlo è un...

Gen 22, 2025 - 11:08
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Addio al ghiaccio: ti racconto perché l’Artico sta fondendo sotto i nostri occhi

Immaginate un gigante addormentato che si risveglia di soprassalto, con il respiro affannoso e la febbre alta. Questa è l’immagine dell’Artico oggi, un ecosistema millenario in agonia che, dalla Siberia all’Alaska, fino al Canada, minaccia di trasformarsi in un incubo climatico per tutto il Pianeta, alimentando la spirale del riscaldamento globale. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change.

Il permafrost, lo strato di terreno perennemente ghiacciato che ha custodito immense quantità di carbonio, sta cedendo sotto i colpi del riscaldamento globale, liberando nell’atmosfera gas serra che potrebbero avere conseguenze devastanti.

Per millenni, gli ecosistemi terrestri dell’Artico, come la tundra, le foreste boreali e le zone umide, hanno infatti agito come un deposito naturale di carbonio, trattenendo nel permafrost grandi quantità di potenziali emissioni. Ma il riscaldamento globale, e in particolare una delle sue ricadute, gli incendi, stanno cambiando le carte in tavola.

Lo studio, basato su dati di monitoraggio di 200 siti tra il 1990 e il 2020, dimostra come il rapido riscaldamento stia alterando gli ecosistemi artici, causando il rilascio di CO2 nell’atmosfera. “È la prima volta che vediamo questo cambiamento su una scala così ampia, cumulativamente in tutta la tundra”, spiega nel report afferma Sue Natali, coautrice dello studio e ricercatrice presso il Woodwell Climate Research Center. “È una cosa piuttosto importante”.

Secondo lo studio, più di un terzo (34%) della zona artico-boreale è ora una fonte di carbonio per l’atmosfera. Questo significa che l’Artico sta rilasciando più CO2 di quanta ne assorba, mettendo a rischio l’equilibrio climatico del Pianeta. E la situazione è ancora più preoccupante se si considerano le emissioni dovute agli incendi boschivi, sempre più frequenti e intensi a causa del riscaldamento globale. Includendo questi dati, la percentuale di Artico che funge da fonte di CO2 sale al 40%.

“In alcuni luoghi, come nell’entroterra dell’Alaska, quando il permafrost fonde, le piante crescono di più, quindi a volte si può ottenere un aumento dello stoccaggio del carbonio“, spiega Natali. “Ma il permafrost continua a sciogliersi e i microbi prendono il sopravvento. C’è questa grande riserva di carbonio nel terreno e si vedono cose come il crollo del terreno. Si possono vedere visivamente i cambiamenti nel paesaggio”.

“C’è un carico di carbonio nei suoli artici”, afferma Anna Virkkala, autrice principale dello studio. “È quasi la metà del bacino di carbonio del suolo della Terra. È molto di più di quello che c’è nell’atmosfera. C’è un’enorme riserva potenziale che idealmente dovrebbe rimanere nel terreno“.

Ma con l’aumento delle temperature, il permafrost si scongela e la materia organica intrappolata al suo interno diventa disponibile per la decomposizione microbica, rilasciando CO2 nell’atmosfera. “Questo è il feedback permafrost-carbonio, che è il motore chiave qui”, spiega Virkkala.

Lo studio arriva in un momento di crescente preoccupazione per i “pozzi di carbonio” naturali del Pianeta, come gli oceani e le foreste, che assorbono circa la metà delle emissioni umane. Ma questi pozzi sono sotto pressione a causa del riscaldamento globale, e il loro indebolimento potrebbe accelerare ulteriormente il cambiamento climatico.

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