Valdichiana, corteo di protesta con i trattori da Bettolle a Chiusi. Faralli: «Costi alle stelle, disastro agricoltura»

Il coltivatore, 42 anni, è con Fabio Iacomini di Cetona il responsabile del presidio che inizia il 28 alla rotatoria della Siena-Bettolle

Gen 22, 2025 - 23:10
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Valdichiana, corteo di protesta con i trattori da Bettolle a Chiusi. Faralli: «Costi alle stelle, disastro agricoltura»

Sinalunga, 23 gennaio 2025 – I trattori tornano a sfilare. E si leva, nuovamente, il grido disperato degli agricoltori che non ce la fanno più a sostenere costi così elevati a fronte del pagamento dei loro prodotti sempre più basso. Così da martedì 28 gennaio nuovo presidio sulla Sp 327 al casello di Bettolle, che vedrà nel corteo di trattori del 29, diretto a Chiusi Scalo, uno dei momenti clou. A tirare le fila della protesta in Valdichiana sono Andrea Faralli, 42 anni, proprietario di un’azienda agricola che va avanti da 5 generazioni alle Chianacce, versante aretino, e Fabio Iacomini che è invece di Cetona.

La riunione organizzativa il 15 gennaio, a cui hanno partecipato un centinaio di coltivatori diretti, che scenderanno in piazza, aderendo al Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi), ad un anno di distanza dalla protesta che infiammò l’Italia. «Ma da quel momento, nonostante tante promesse, la situazione è addirittura peggiorata», denuncia Faralli. «Un esempio? Il grano è arrivato a 25 euro al quintale, lo scorso anno erano 35. Ci sentiamo sfruttati e anche presi in giro», aggiunge.


Faralli, stesso posto, medesimi problemi.


«Quanto al primo ci siamo spostati di qualche metro, dalla parte opposta della rotatoria. Relativamente ai problemi direi che sono aumentati. Tante promesso e niente fatti. Anzi la situazione è peggiorata».


Cosa succede?


«In Europa, proprio mentre protestavamo, è passata la regola per cui per qualsiasi pratica che dà accesso a contributi e via dicendo, bisogna passare per le associazioni. I commercialisti, a cui molte aziende si rivolgevano per cercare di essere seguiti oculatamente, devono andare alla firma presso le varie sigle. Sennò niente accesso ai contriti».


Ha parlato di difficoltà crescenti.


«Ripeto, sono cinque generazioni che la mia famiglia fa questo lavoro, abbiamo cereali e vino, ma le difficoltà come negli ultimi anni non le avevamo mai incontrate. Dopo il diploma aprii subito la partita iva, adoravo fare questo lavoro. All’aria aperta, senza pressioni. Sarei potuto entrare nei vigili del fuoco, c’era il concorso: non ne volli sapere. Adesso mi pento».


Come vi muoverete a partire dal 28 gennaio?


«L’apertura del presidio, poi il giorno seguente corteo di trattori, saremo una cinquantina, diretto a Chiusi Scalo e ritorno. Giovedì pensiamo di dirigerci verso Arezzo, speriamo che ci facciano arrivare in centro. E venerdì, ho inviato la lettera proprio adesso, invitiamo tutti i sindaci del territorio per un confronto e soprattutto un sostegno. L’idea , a step, è di chiedere aiuto a loro, alla Provincia, alla Regione. Poi a marzo ci sarà un’altra mobilitazione di protesta».


Chiedete solidarietà ai cittadini.


«Anche io lo sono, quando vai a fare la spesa con 100 euro il carrello non lo riempi. Ma noi veniamo pagati sempre meno. Ho due bambini piccoli, uno di 4 anni e l’altro di 4 mesi. Non vedo futuro per loro, a Lorenzo dico già che deve andare all’estero».

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