Semi di lino: tra acido cianidrico, pesticidi e irrancidimento si salva solo 1 prodotto su 19 (ed è di Lidl)
I semi di lino sono noti per i benefici nutrizionali che apportano. Ricchi di fibre, proteine vegetali e acidi grassi omega-3 sono considerati non a caso un superfood, utilizzato per migliorare la digestione, sostenere la salute cardiovascolare e arricchire di nutrienti alcune ricette. Come per molti altri alimenti, però, anche questi preziosi semini non sono...
I semi di lino sono noti per i benefici nutrizionali che apportano. Ricchi di fibre, proteine vegetali e acidi grassi omega-3 sono considerati non a caso un superfood, utilizzato per migliorare la digestione, sostenere la salute cardiovascolare e arricchire di nutrienti alcune ricette. Come per molti altri alimenti, però, anche questi preziosi semini non sono del tutto privi di rischi.
Una recente analisi, condotta in Germania dalla rivista dei consumatori ÖkoTest, ha messo sotto la lente di ingrandimento 19 marche di semi di lino macinati, analizzandone la qualità ma anche la sicurezza. Tutti i semi provenivano da agricoltura biologica ed erano stati acquistati in supermercati, discount, negozi bio e farmacie.
Le analisi sono state svolte in laboratori specializzati, con l’obiettivo di individuare eventuali contaminazioni e verificare la qualità dei prodotti.
Sebbene la maggior parte delle referenze esaminate sia specifica del mercato tedesco, l’indagine offre comunque spunti importanti non solo per i consumatori tedeschi ma anche per chi, in Italia, include regolarmente i semi di lino nella propria dieta.
Cosa ha scoperto il test? I risultati hanno evidenziato problematiche che meritano attenzione, in primis la contaminazione dei semi con sostanze indesiderate.
I risultati del test
Dei 19 campioni analizzati, 10 prodotti sono stati “bocciati” per alti livelli di contaminanti, irrancidimento o carenze informative e solo uno ha ricevuto il giudizio “molto buono”: il Crownfield Bio di Lidl, che ha mostrato livelli contenuti di acido cianidrico e assenza di contaminazioni significative.
Tra i principali problemi riscontrati nel test, spicca la presenza di acido cianidrico, una sostanza rilevata in tutti i campioni, anche se con variazioni significative tra un prodotto e l’altro. Come si legge su ÖkoTest:
Al di sopra di una certa concentrazione, l’acido cianidrico nel corpo può portare a sintomi di avvelenamento come mal di testa, mancanza di respiro e vertigini – nei casi più gravi fino al coma o addirittura alla morte. Nell’UE sono in vigore valori limite ufficiali per l’acido cianidrico nei semi di lino dal 2023. Se i semi sono destinati al consumo crudo, è di 150 milligrammi per chilogrammo (mg/kg). Poiché l’acido cianidrico evapora quando riscaldato, i produttori hanno la possibilità di apporre un’avvertenza chiaramente leggibile sulla parte anteriore della confezione: “Utilizzare solo per cucinare e cuocere al forno Non consumare crudo!”. Al prodotto si applica quindi un limite più elevato di 250 mg/kg .
Molti campioni hanno poi mostrato tracce di oli minerali e in un caso i livelli di MOAH superavano le soglie raccomandate. Sono state trovate anche tracce di cadmio e pesticidi in diversi prodotti, il che indica la necessità di controlli più rigorosi.
Infine, in alcuni campioni è stato segnalato l’irrancidimento, un problema che non solo incide sul gusto ma potrebbe anche compromettere la sicurezza del prodotto.
I parametri dell’indagine includevano:
- Contenuto di acido cianidrico: questa sostanza tossica è prodotta da glicosidi cianogenici naturalmente presenti nei semi di lino, specialmente quando questi sono macinati. È stato verificato il rispetto dei limiti legali dell’Unione Europea, fissati a 150 mg/kg per prodotti destinati al consumo crudo e 250 mg/kg per quelli destinati alla cottura
- Residui di oli minerali (MOSH e MOAH): derivanti dal confezionamento o dai processi di produzione, questi composti possono accumularsi nel tessuto umano e, in alcuni casi, sono considerati cancerogeni
- Presenza di pesticidi: anche se vietati nell’agricoltura biologica, sono state cercate tracce di contaminazioni accidentali, con una particolare attenzione nei confronti di sostanze vietate come il clorpirifos
- Livelli di metalli pesanti: è stata analizzata la presenza di cadmio, un metallo tossico che può accumularsi nei semi di lino attraverso il terreno
- Qualità dei grassi: attraverso il calcolo dei numeri di acido e di perossido, si è valutata la freschezza del prodotto e l’eventuale irrancidimento
- Caratteristiche organolettiche: esperti sensoriali hanno testato odore, sapore e consistenza per identificare eventuali difetti come amarezza o rancidità
Infine, è stata valutata la completezza delle informazioni riportate sulle confezioni, come le raccomandazioni di consumo e le avvertenze sui rischi legati al consumo di semi di lino crudi o in eccesso.
Quanti semi di lino si possono mangiare al giorno?
I semi di lino macinati sono spesso preferiti rispetto ai semi interi, poiché il processo di macinazione facilita l’assorbimento dei nutrienti. Tuttavia, questa caratteristica rende anche più disponibili alcune sostanze potenzialmente nocive, come l’acido cianidrico. Per questo motivo, è fondamentale seguire le indicazioni di consumo consigliate dagli esperti:
- Adulti: massimo 15 grammi (circa un cucchiaio) per pasto
- Bambini sopra i 4 anni: non più di 4 grammi (un cucchiaino) al giorno
- Bambini sotto i 4 anni: evitare il consumo di semi di lino macinati
Inoltre, è importante consumare i semi di lino con abbondante liquido, poiché tendono a gonfiarsi nell’intestino. La cottura è altamente consigliata, poiché il calore sopra i 26°C elimina l’acido cianidrico. Gli esperti tedeschi scrivono:
Se vuoi andare sul sicuro, riscalda i semi di lino macinati a più di 26 gradi Celsius prima del consumo. I semi di lino tostati, al forno o cotti sono sicuri, così come lo è l’olio di semi di lino.
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Fonte: ÖkoTest
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