Meduse killer, pesticidi e antibiotici: ti racconto la strage silenziosa (ma annunciata) dei salmoni scozzesi

Un’ecatombe silenziosa si sta consumando nelle acque scozzesi. Non si tratta di un disastro naturale, ma di una tragedia annunciata: centinaia di migliaia di salmoni d’allevamento sono morti a causa di un’invasione di meduse, creature trasformate in killer da un sistema di produzione intensivo e insostenibile. L’allarme è scattato dopo che una specie di medusa...

Gen 20, 2025 - 17:23
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Meduse killer, pesticidi e antibiotici: ti racconto la strage silenziosa (ma annunciata) dei salmoni scozzesi

Un’ecatombe silenziosa si sta consumando nelle acque scozzesi. Non si tratta di un disastro naturale, ma di una tragedia annunciata: centinaia di migliaia di salmoni d’allevamento sono morti a causa di un’invasione di meduse, creature trasformate in killer da un sistema di produzione intensivo e insostenibile.

L’allarme è scattato dopo che una specie di medusa filamentosa, già responsabile della morte di milioni di salmoni in Norvegia, è stata avvistata in diverse località scozzesi, compresa l’area di Skye e Muck. In pochi giorni, si stima che oltre 200.000 salmoni siano morti, vittime del contatto con i filamenti urticanti di questa specie. Le meduse, attratte dall’alta concentrazione di nutrienti negli allevamenti, pungono la pelle, gli occhi e le branchie dei salmoni, causando ferite, infezioni e una morte lenta e dolorosa.

Mentre gli attivisti, allarmati, denunciano l’inerzia del governo scozzese e parlano di un’ennesima conferma delle fragilità di un’industria che fatica a proteggere tanto i pesci allevati quanto l’ambiente marino, Salmon Scotland, l’associazione che rappresenta molti operatori del settore, minimizza l’accaduto, attribuendo la proliferazione di meduse all’innalzamento delle temperature marine, un fenomeno già osservato nel 2022 e nel 2023. Un portavoce dell’organizzazione ha sottolineato come gli investimenti per la salute dei salmoni sono aumentati di quasi un miliardo di sterline, con l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza degli esemplari.

Eppure, i critici rilevano che l’episodio scozzese non è un caso isolato, bensì un segnale che il sistema di allevamento intensivo ha grosse debolezze.

“L’allevamento di salmoni è un allevamento intensivo e ha tutti i problemi della versione terrestre, più l’avvelenamento della fauna selvatica e un incredibile tasso di “morti in custodia” – aveva raccontato nel 2023 in un video Dale Vince, fondatore della Green Britain Foundation – Quest’anno, 14 milioni di salmoni sono già morti in custodia negli allevamenti scozzesi. Il nostro video di denuncia mostra quanto siano disgustose le condizioni: non c’è da stupirsi che così tanti muoiano, è da stupirsi che così tanti sopravvivano. Non comprate salmone affumicato e questo abuso cesserà”.

Meduse e altre critiche dell’allevamento

Le punture delle meduse causano profonde lesioni a pelle, occhi e branchie dei salmoni, spesso condannandoli a infezioni e morte. Ma i problemi strutturali dell’acquacoltura industriale vanno ben oltre questa emergenza:

  • Inquinamento locale: centinaia di migliaia di salmoni concentrati in un’area ristretta producono enormi quantità di rifiuti organici che, nelle acque meno profonde o scarsamente soggette a correnti, si depositano sul fondale, alterando gli equilibri ambientali e impoverendo la biodiversità locale. Questo fenomeno, noto come eutrofizzazione, causa la proliferazione di alghe e batteri che consumano l’ossigeno disciolto nell’acqua, mettendo a rischio la sopravvivenza di pesci, crostacei e altre specie marine;
  • Diffusione di malattie e parassiti: gli allevamenti intensivi sono un terreno fertile per la diffusione di malattie e parassiti, come i pidocchi di mare, che possono infestare anche i salmoni selvatici. Per combattere questi parassiti, gli allevatori utilizzano massicce quantità di pesticidi, che contaminano l’ambiente e avvelenano la fauna marina;
  • Fuga di salmoni d’allevamento: i salmoni d’allevamento possono fuggire dalle reti e riprodursi con i salmoni selvatici, indebolendo il loro patrimonio genetico. Questi “ibridi”, meno resistenti e adattati alla vita in mare aperto, minacciano la sopravvivenza delle popolazioni selvatiche, già in declino a causa della pesca eccessiva e del cambiamento climatico;
  • Utilizzo di antibiotici: per contrastare le infezioni, favorite dalle condizioni di sovraffollamento e dallo stress a cui sono sottoposti i pesci, gli allevamenti utilizzano massicce quantità di antibiotici, con il rischio di alimentare l’antibiotico-resistenza e di contaminare l’ambiente marino.

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