La verità sui PFAS: ci costano 100 miliardi l’anno, ma le aziende fanno di tutto per nasconderlo
Un conto salatissimo: 100 miliardi di euro all’anno, che diventano 2.000 miliardi in 20 anni, per ripulire l’Europa dal “veleno del secolo”. È questo il costo stimato per la bonifica dell’inquinamento da PFAS, le famigerate “sostanze chimiche eterne”, secondo un’indagine del Forever Lobbying Project. Un prezzo esorbitante che rischia di gravare sulle spalle dei cittadini,...
Un conto salatissimo: 100 miliardi di euro all’anno, che diventano 2.000 miliardi in 20 anni, per ripulire l’Europa dal “veleno del secolo”. È questo il costo stimato per la bonifica dell’inquinamento da PFAS, le famigerate “sostanze chimiche eterne”, secondo un’indagine del Forever Lobbying Project. Un prezzo esorbitante che rischia di gravare sulle spalle dei cittadini, mentre l’industria responsabile dell’inquinamento fa pressione per evitare di pagare il conto.
I PFAS, una famiglia di oltre 10.000 sostanze chimiche artificiali, sono ormai onnipresenti nel nostro ambiente. Li troviamo nell’acqua, nel suolo, negli alimenti e persino nel nostro sangue. Queste sostanze, utilizzate in una miriade di prodotti, dalle padelle antiaderenti ai cosmetici, sono persistenti e si accumulano negli organismi viventi, con gravi conseguenze per la salute. Cancro, infertilità, disturbi immunitari e ormonali sono solo alcuni dei rischi associati all’esposizione ai PFAS.
Un’eredità tossica e un conto da capogiro
L’indagine del Forever Lobbying Project, condotta da un team internazionale di giornalisti e scienziati, ha analizzato i costi di bonifica della contaminazione da PFAS in Europa. Il team ha stimato una gamma di costi per la bonifica dei PFAS in Europa in due scenari diversi:
- Scenario “legacy”: in cui le emissioni cessano immediatamente e vengono bonificati solo i PFAS legacy (PFAS a catena lunga che hanno ricevuto la prima attenzione normativa per la restrizione e l’eliminazione graduale, come PFOS e PFOA), il costo ammonta a circa 95 miliardi di euro in 20 anni;
- Scenario “emergente”: in cui le emissioni continuano e gli sforzi di bonifica includono PFAS a catena corta e ultra-corta, come i TFA, che sono difficili da gestire, i costi salgono a circa 2 trilioni di euro nei prossimi 20 anni.
Un’eliminazione graduale di questi PFAS emergenti difficili da bonificare sarebbe necessaria per abbassare questa stima ventennale, altrimenti la bonifica potrebbe costare oltre 100 miliardi di euro all’anno in perpetuo“, avverte il Forever Lobbying Project.
L’industria fa pressione per evitare la regolamentazione
Mentre gli scienziati lanciano l’allarme, l’industria dei PFAS sta facendo pressione per impedire l’approvazione di una proposta di legge europea che vieterebbe l’uso di queste sostanze. Nel febbraio 2023, cinque Paesi europei hanno proposto una “restrizione universale” per i PFAS ai sensi del regolamento chimico UE REACH. Questa proposta, che mira a vietare l’intero “universo” chimico dei PFAS, ha scatenato una forte reazione da parte dell’industria, che ha mobilitato centinaia di lobbisti per indebolire o addirittura affossare la proposta.
Il Forever Lobbying Project ha sottoposto le argomentazioni chiave utilizzate dai lobbisti a uno “stress test” e ha scoperto che molte di esse sono allarmistiche, false, fuorvianti o potenzialmente disoneste. L’indagine descrive come i lobbisti del settore ricorrano a tattiche di influenza tipiche del mondo aziendale, utilizzate nel corso dei decenni per difendere tabacco, combustibili fossili e altri prodotti chimici e pesticidi. Il dibattito pubblico sui PFAS è stato quindi inquinato da questi “mercanti di dubbi”.
Il Forever Lobbying Project svela le tattiche dell’industria
Il Forever Lobbying Project ha raccolto oltre 14.000 documenti che dimostrano come l’industria stia cercando di influenzare i decisori politici. Questi documenti, ora disponibili al pubblico, rivelano le tattiche utilizzate dall’industria per ritardare o impedire la regolamentazione dei PFAS. Tra queste tattiche figurano:
- Diffondere dubbi sulla scienza. L’industria finanzia studi che mettono in discussione i risultati della ricerca indipendente sui rischi dei PFAS;
- Minimizzare i rischi. I lobbisti minimizzano l’impatto dei PFAS sulla salute umana e sull’ambiente;
- Fare pressioni sui politici. L’industria esercita pressioni sui politici per indebolire le normative o ritardarne l’adozione;
- Creare gruppi di facciata. L’industria crea organizzazioni apparentemente indipendenti che in realtà promuovono gli interessi delle aziende produttrici di PFAS.
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