I ghiacciai delle isole Svalbard si sono ridotti di oltre 800 chilometri quadrati in meno di 40 anni, l’ennesimo grido di allarme

Nelle isole Svalbard (Norvegia) i ghiacciai sono ridotti ai margini di oltre 800 chilometri quadrati in meno di 40 anni: l’allarmante studio, guidato dall’Università di Bristol (Regno Unito), mostra come la crisi climatica avanzi “indisturbata”. La triste situazione dell’Artico, purtroppo, non è una novità. Un recente lavoro ha riportato, infatti, come questa zona della Terra...

Gen 19, 2025 - 16:53
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I ghiacciai delle isole Svalbard si sono ridotti di oltre 800 chilometri quadrati in meno di 40 anni, l’ennesimo grido di allarme

Nelle isole Svalbard (Norvegia) i ghiacciai sono ridotti ai margini di oltre 800 chilometri quadrati in meno di 40 anni: l’allarmante studio, guidato dall’Università di Bristol (Regno Unito), mostra come la crisi climatica avanzi “indisturbata”.

La triste situazione dell’Artico, purtroppo, non è una novità. Un recente lavoro ha riportato, infatti, come questa zona della Terra potrebbe vedere il suo primo giorno completamente libero dai ghiacci già nel giro di un decennio, e verso la metà del secolo il primo mese intero completamente privo di ghiaccio marino.

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Il nuovo studio ha rivelato tuttavia per la prima volta la preoccupante entità della riduzione dei ghiacciai negli ultimi 40 anni in un punto caldo del riscaldamento globale, nonché il ritiro più grande mai osservato prima.

ghiacciai isole svalbard ritiro

©Nature Communications

Il distacco del ghiacciaio è un processo scarsamente modellato e compreso che svolge un ruolo cruciale nella salute di un ghiacciaio – commenta il coautore Jonathan Bamber – Il nostro studio fornisce preziose informazioni su ciò che controlla il distacco e su come risponde alle forze climatiche in un’area in prima linea nel riscaldamento globale

I risultati hanno mostrato in particolare che la stragrande maggioranza (91%) dei ghiacciai delle Svalbard nell’Artico si è notevolmente ridotta, con una perdita di area di oltre 800 chilometri quadrati ai margini a partire dalle misure del 1985.

E hanno anche messo in evidenza come più della metà dei ghiacciai (62%) subisca cicli stagionali nel distacco dei ghiacciai, con grandi pezzi di ghiaccio che si staccano a causa delle temperature più elevate dell’oceano e dell’aria.

ghiacciai isole svalbard ritiro

©Nature Communications

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La portata dei ritiri dei ghiacciai negli ultimi decenni è sorprendente, coprendo quasi l’intero sistema delle Svalbard – spiega Tian Li, autore principale della ricerca – Ciò evidenzia la vulnerabilità dei ghiacciai al cambiamento climatico, in particolare alle Svalbard, una regione che sta sperimentando un rapido riscaldamento fino a sette volte più veloce della media globale

Infatti la bassa altitudine dei campi di ghiaccio dell’arcipelago e la posizione geografica nell’alto Atlantico settentrionale rendono l’area particolarmente sensibile al cambiamento climatico. E per questo un punto cruciale per lo studio del riscaldamento globale.

Questo nuovo studio è stato condotto utilizzando l’intelligenza artificiale per identificare rapidamente i modelli dei ghiacciai su vaste aree. Con nuovo modello di IA, in particolare, sono stati analizzati milioni di immagini satellitari contenenti le posizioni finali dei ghiacciai in tutta la regione delle Svalbard.

E i risultati hanno fornito un livello di dettaglio senza precedenti sulla scala e la natura della perdita dei ghiacciai in questa regione: il picco più grande nei ritiri dei ghiacciai è stato rilevato nel 2016, quando i tassi di distacco erano il doppio della media tra il 2010 e il 2015, in risposta a eventi di riscaldamento estremo.

ghiacciai isole svalbard ritiro

©Nature Communications

Con la crescente frequenza del blocco atmosferico e il continuo riscaldamento regionale, si prevede che i futuri ritiri dei ghiacciai accelereranno, con conseguente maggiore perdita di massa glaciale. Questo modificherebbe la circolazione oceanica e la biodiversità marina nell’Artico

Nella Giornata mondiale della neve che si celebra proprio oggi 19 gennaio con un preoccupante -50% di neve sulle Alpi rispetto agli ultimi 100 anni, questa ricerca non fa che sommarsi alle grida degli scienziati, spesso ignorate.

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Il lavoro è stato pubblicato su Nature Communications.

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Fonti: Università di Bristol / Nature Communications

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