“Gli integratori proteici contengono piombo e cadmio”: nuovo studio lancia l’allarme
Un recente studio condotto dall’organizzazione no-profit Clean Label Project ha evidenziato un problema preoccupante: la presenza di metalli pesanti tossici, come piombo e cadmio, in una vasta gamma di polveri proteiche ampiamente utilizzate per la costruzione muscolare. L’analisi, che ha coinvolto 160 prodotti di 70 marchi leader del settore, ha rivelato che molti di questi...
Un recente studio condotto dall’organizzazione no-profit Clean Label Project ha evidenziato un problema preoccupante: la presenza di metalli pesanti tossici, come piombo e cadmio, in una vasta gamma di polveri proteiche ampiamente utilizzate per la costruzione muscolare.
L’analisi, che ha coinvolto 160 prodotti di 70 marchi leader del settore, ha rivelato che molti di questi integratori superano i limiti di sicurezza stabiliti dalla Proposition 65 della California. In particolare lo studio ha rilevato che le polveri proteiche a base vegetale, spesso considerate scelte più salutari, contengono livelli significativamente più alti di contaminanti rispetto a quelle a base di siero di latte.
I dati mostrano che le proteine vegetali come riso, piselli e soia possono contenere fino a tre volte più piombo rispetto alle loro controparti non vegetali. Inoltre le polveri proteiche biologiche, generalmente percepite come più sicure, sono risultate tra le più tossiche, con concentrazioni di piombo e cadmio notevolmente elevate.
L’allarme sulle polveri proteiche al gusto di cioccolato
Un’altra scoperta sorprendente riguarda le polveri proteiche al gusto di cioccolato, che presentano livelli di cadmio fino a 110 volte superiori e di piombo fino a quattro volte superiori rispetto ai prodotti aromatizzati alla vaniglia. Questo aumento di contaminazione è attribuito alla natura del cacao, un ingrediente noto per assorbire metalli pesanti dal suolo.
La contaminazione delle proteine in polvere deriva principalmente dall’uso di materie prime di origine vegetale coltivate in terreni contaminati da attività industriali o pratiche agricole non sicure, come l’uso di pesticidi e fertilizzanti. Questi fattori contribuiscono ad aumentare la presenza di metalli pesanti nei prodotti finali.
L’impatto sulla salute di piombo e cadmio è grave. Secondo l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA), il piombo può causare danni neurologici, problemi di sviluppo nei bambini e compromissione degli organi vitali. Il cadmio è classificato come cancerogeno e può provocare danni al cuore, ai reni e al sistema respiratorio, oltre a influenzare negativamente la salute riproduttiva.
Nonostante la preoccupazione per i metalli pesanti, il rapporto ha fortunatamente rilevato una diminuzione significativa della presenza di bisfenoli, composti chimici noti per essere interferenti endocrini. Nel 2024, solo tre dei 160 prodotti testati contenevano bisfenoli, rispetto al 55% nel 2018.
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Fonte: Clean Label Project
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